Cultura e eventi

A Francavilla la presentazione del volume “Le Mille e una Infanzia” del pediatra Riccardo Bosi

Francavilla al Mare. Le Franche Villanesi presentano “Le Mille e una Infanzia, bambini, culture, migrazioni” del pediatra Riccardo Bosi di Roma. Discussant il prof. Piero Valentini del Policlinico Gemelli. L’evento è patrocinato dal Comune di Francavilla al mare, dall’Ordine dei medici di Chieti, dalla Fimp Chieti, dal GrIS Abruzzo e molise e vedrà l’intervento della ginecologa Gilda Di Paolo dell’Associazione “Cesare Di Carlo”.alla fine della presentazione un concerto dedicato ai bambini e alle bambine del mondo con letture tratte dal libro, con Yuri Sablone, Maria Cristina Solfanelli e MariRosa Barbieri
Introdurrà Maria Rosaria Sisto, pediatra, presidente dell’associazione.
Sabato 16 Novembre ore 18, Sala delle tele del Museo Michetti, Francavilla al Mare.

“Il fascino di questo testo, afferma la presidente Sisto, ma anche una certa inquietudine ci rapiscono immediatamente già dal titolo “Le Mille e una Infanzia” che fa pensare a un mondo di favola ma suggerisce anche che per molti bambini la vita poi assumere le tinte fosche di un incubo.
Poi dalla dedica e dal Prologo il libro ci induce subito a guardare i bambini con uno sguardo nuovo, multidisciplinare e trasculturale, con prospettive di custodia e tutela disarmato e insieme schierato e politico, dalle parole dell’autore.
I bambini sono viaggiatori e non per niente si dice che la loro è un’età evolutiva, ma è fantastico il richiamo all’adulto che pur nella stanzialità è costretto dall’arrivo di un bambino a ridiventare nomade, trasportato di nuovo su strade sconosciute, talvolta impervie.
Uno sguardo antropologico sull’infanzia significa guardare questa età come un popolo da indagare per la diversità e fragilità rispetto agli adulti.
Il libro è inframmezzato da racconti di bambini che ci interrogano sulle disuguaglianze: nascere in un paese o in un altro, nel Sud o nel Nord del mondo; e sulle disuguaglianze dei bambini nel nostro “dorato” Occidente, nelle sue “dorate” famiglie.
Poi propone uno sguardo longitudinale: l’infanzia che abbiamo vissuto resta in noi e determina la nostra vicenda apparentemente stabile di adulti, quei bambini viaggiatori siamo noi, quel viaggio continua….
L’autore fa un elogio della imperfezione bambina e cioè della genialità dei bambini spesso soffocata da un’educazione impropria, non maieutica. L’educazione può essere un mezzo potente di esaltazione delle capacità infantili.
Il libro ricorda fortemente che tutti i bambini sono soggetti di diritto oltre che oggetti di cura e affetto. La parola infanzia è portatrice di futuro raccoglie una dimensione politica è una supplica non tradire il Sacro patto di solidarietà intergenerazionale, dice l’autore, dovrebbe dettarci l’ agenda politica ed è tempo di reti perché i bambini sono il nostro bene comune.
Ci sono delle parole chiave nel testo: la prima secondo me è legame e cioè quella Stella Polare, il Nord delle relazioni affettive di un bambino che solitamente è la madre.
Ma potrebbe essere anche un’altra figura determinante in assenza della madre.
Una seconda parola chiave importantissima è traghettatore, figura che nelle vicende tormentose della vita nei mari tempestosi riesce a trasportare il bambino da una secca alla salvezza.
E tutto questo coincide con quel con quell’idea di una genitorialità diffusa cioè l’assunto che tutti noi possiamo contribuire a sostenere i genitori o comunque i tutori, i caregiver o quei salvifici traghettatori per lo sviluppo armonico di un bambino.
Ci colpisce la metafora del viaggio in mare, del bambino viaggiatore, un migrante in ogni fase della vita, alla scoperta di nuovi contesti. Un bambino che continua il suo viaggio anche da adulto con i retaggi del vissuto infantile, con i legami che si porta dietro, con le carenze, i traumi, le scialuppe di salvataggio.
Ci colpisce l’attenzione alle disuguaglianze di latitudine, di status, di genere, il richiamo alla condizione di fragilità delle bambine….delle donne, vittime di violenza in ogni età..e ancor prima di nascere.
Serpeggia però, in filigrana, come direbbe l’autore, un sottile sense of humor che rende il libro uno strumento di speranza e di voglia di agire.
In realtà io mi sono sentita coinvolta in molti modi, come pediatra, come madre, come nonna, ma alla fine anche come bambina tornando all’inizio del viaggio che mi ha fatto diventare quella che sono oggi e che mi ha fatto affrontare mari tempestosi, orli di abissi dai quali mi sono salvata grazie ai traghettatori che ho trovato nel mio percorso.
Un viaggio, il viaggio il mare, i traghettatori, la favola, i lupi cattivi…. al centro un bambino… nel mio caso una bambina che si è trovata in alcuni momenti della vita a fare da traghettatrice ad adulti rimasti incagliati nelle secche della propria vita, come accade oggi anche ai piccoli migranti, traghettatori culturali e sociali dei genitori, soprattutto delle madri.
Ma oggi da nonna per me è bellissimo volare sulle bianche ali dei miei nipotini che mi avvolgono nella bellezza e nella giovinezza come in una calda copertina e contaminano d’infanzia la mia adultità
So che sarò trasportata su strade nuove dalle loro sorprendenti competenze che spesso mineranno le mie certezze, ma sarà un radioso viaggio verso un ignoto che non mi spaventa più, affrescato ogni giorno dalla loro straordinaria genialità”.

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