L’equipe della professoressa Piera Di Martino si avvarrà della collaborazione del dottor Kunle Okayeto
Chieti. L’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara si è aggiudicata un importante progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito delle azioni Horizon Europe Marie Skłodowska-Curie Actions, che mira a sviluppare nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni, conseguenti a contaminazione microbica, come ad esempio nel caso dell’inserimento di impianti. L’equipe coordinata dalla professoressa Piera Di Martino, docente presso il Dipartimento di Farmacia della “d’Annunzio”, ha ottenuto un finanziamento di 190.000,00 euro che consentirà al dottor Kunle Okayeto di unirsi al gruppo di ricerca per occuparsi di questo progetto di ricerca. Il Dottor Kunle Okaiyeto, dopo aver conseguito il suo dottorato di ricerca in Biochimica presso la “Cape Peninsula University of Technology” in Sud Africa, ha precedentemente lavorato come ricercatore in due università, in Sud Africa e nel Regno Unito.
“Mi sento onorato che il mio lavoro di ricerca sia stato riconosciuto a livello internazionale – dichiara il dottor Kunle Okayeto – e quindi mi abbia dato l’opportunità di svolgere la mia ricerca in questa prestigiosa università, sotto la supervisione della Prof.ssa Piera Di Martino, e quindi di condurre una ricerca multidisciplinare e di qualità per lo sviluppo di agenti terapeutici utilizzando alcune Piante sudafricane”.
“Grazie al finanziamento europeo, – spiega la professoressa Piera Di Martino – intendiamo sviluppare nanotecnologie verdi e sistemi intelligenti di somministrazione di farmaci da utilizzare nel trattamento delle infezioni croniche mediate da batteri che formano biofilm. Queste infezioni croniche sono oggi causate da agenti patogeni multiresistenti agli antibiotici convenzionali e ai meccanismi di difesa dell’ospite. Purtroppo – aggiunge la professoressa Di Martino – oggi, in conseguenza dell’abuso nell’impiego degli antibiotici, i batteri che formano biofilm sono altamente resistenti agli antibiotici più comuni e, somministrarli in dosaggi sufficientemente elevati da sradicare il biofilm, può causare gravi effetti collaterali nel paziente e impedire il corso del trattamento. Pertanto, lo sviluppo di nuovi agenti antibatterici con tossicità minima, elevata efficienza e minori effetti collaterali gravi è assolutamente fondamentale per il trattamento delle infezioni batteriche. È interessante notare – conclude la professoressa Piera Di Martino – come le piante siano ancora una importante fonte di composti farmacologicamente attivi che possono essere oggi sfruttati in maniera diversa dal passato grazie allo sviluppo di nuove tecnologie come le nanotecnologie”.