Tenera ed indulgente la sentenza nei confronti del 21enne incensurato che lo scorso 27 dicembre, armato di coltello, si presentava alla Caserma dei Carabinieri di Afragola, nel napoletano, e per dare sfogo alla sua rabbia a seguito di un litigio, in stato di agitazione tentava di forzare la porta di ingresso per poi lanciare sassi e pigne contro le finestre dell’edificio ed infine aggredire i Carabinieri all’atto dell’arresto per violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Quattro mesi pena sospesa e senza alcun misura cautelare l’esito del giudizio direttissimo; una condanna che demoralizzava i Carabinieri per le numerose e necessarie attività di Polizia e soprattutto per il servizio di piantonamento sino al mattino seguente.
“Aldilà della sentenza che rispettiamo, soprattutto se emessa dalla Procura della Repubblica di Napoli-Nord che conosciamo e pertanto possiamo sostenere l’eccellente operato, lo sconcertante gesto compiuto dal 21enne deve servire ad aprire un momento di riflessione per comprendere che servono pene più severe per prevenire e contrastare modelli comportamentali deviati”. Quanto riferisce Gennaro De Falco, Comitato Nazionale MOSAC, Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri che continua: “questi episodi non devono terminare nei programmi televisivi, bisogna acquisire la consapevolezza che agli operatori di polizia servono strumenti e non considerare gli stessi operatori uno strumento funzionale a cercare consensi. Chiediamo pertanto di decidere rapidamente sul pacchetto sicurezza perché gli operatori di polizia non sono merce da sacrificare. Non ci stancheremo di far sentire la nostra voce a tutela della collettività e di tutti gli operatori della sicurezza costretti a lavorare in assenza di garanzie. Basta con le manifestazioni di vicinanza a seguito di aggressioni, le parti, tutte, devono considerare il “comparto sicurezza” come una risorsa e non un investimento.
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