Oltre lo steccato

Otium

Il legame tra Escher e Castrovalva sembra essere indissolubile e si intreccia con la storia di Vanessa e Francesco.
La loro più che una storia di resistenza è una storia di “esistenza”. Un bellissimo progetto che collega natura, arte, accoglienza e cura del territorio Abruzzese.
Vanessa, ex guida escursionistica di lungo corso, è l’ideatrice di “otium – rifugio per camminatori”, sintesi perfetta di tutte le sue esperienze, dei suoi valori, delle cose che ama e in cui crede.
Francesco, suo cugino, affascinato da questo progetto, lascia Pescara, la sua città natale, per correre ad aiutarla.
-Da lupo di mare a lupo di montagna- dice sorridendo.
Ci viene da pensare a Thoreau, per cui, camminare non è solo fare un passo dopo l’altro, ma un gesto di elevazione spirituale, una profonda introspezione per abbandonare il superfluo e diventare un tutt’uno con la natura. I due cugini sposano in pieno questa filosofia.
Il paese di Castrovalva, arroccato sulle pendici di Monte Sant’Angelo, conta solo sette residenti, compresi loro due. È una vita dura, ma sono felici e non tornerebbero indietro. Si impara a riconoscere i falsi bisogni e a fare a meno del superficiale, si vive seguendo un tempo ciclico delle stagioni, si va a letto distrutti, ma ci si sveglia rigenerati.
Soprattutto, ci dicono, si impara a sentirsi parte di una comunità. Questo senso di appartenenza, andato ormai perso in città, è ciò che impregna il loro modo di accogliere e vivere l’incontro con le persone. Il cliente diventa amico, si trasforma in famiglia.
Otium…è il nome stesso che pone l’accento su un altro valore che la modernità sta lasciando sbiadire, l’ozio degli antichi greci, ovvero il tempo libero da utilizzare per attività disinteressate, durante le quali coltivare la contemplazione intima di sé e la connessione con ciò che ci accoglie e supera.
-Si lavora per vivere, non si vive per lavorare- Sembra il messaggio urlato a gran voce da questa importante iniziativa.
Con il pensiero torniamo a Escher e ci domandiamo se, nel suo girovagare per l’Abruzzo, si fosse fermato volentieri a riposare in una delle stanze a lui dedicate in questo splendido rifugio.

Mauro Splendore
Sonia Navelli

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redazione

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