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Pescara, Domenico Pettinari torna a denunciare l’emergenza della Riserva Pineta Dannunziana

Il candidato Sindaco di Pescara Domenico Pettinari unitamente a Caterina Artese candidata consigliere, tornano a far vedere da vicino il programma dedicato al verde cittadino, lanciando il monito di “Pescara città resiliente”

Pescara. E’ stato uno dei cavalli di battaglia di tutta la campagna elettorale del candidato Sindaco a Pescara per la coalizione civica Domenico Pettinari e, a pochi giorni dal voto, se ne torna a discutere con proposte e idee progettuali. Ci riferiamo alla questione del verde pubblico e, soprattutto, all’inestimabile patrimonio naturale presente in città, purtroppo in totale stato di abbandono ormai da anni. Uno tra tutti, il capitolo della Riserva Pineta Dannunziana, istituita il 18 maggio del 2000 con legge regionale n.96 dove “da decenni – denunciano Pettinari e Caterina Artese esperta ambientale e candidata consigliere – vige un diffuso stato di negligenza, evidente già dalla spazzatura presente in ogni angolo, persino nelle aree giochi dei bimbi. Purtroppo, le amministrazioni che hanno governato Pescara negli ultimi decenni – proseguono Pettinari e Artese – non sono state in grado di gestire minimamente il patrimonio naturalistico presente in città, portandosi dietro anni e anni di sbagli e danni”. Lo si evince dai numerosi problemi oggi sotto gli occhi di tutti, come ad esempio l’invasione di specie esotiche tra cui Palme e Ailanto o, peggio ancora, dal pessimo stato delle acque dello storico laghetto dei cigni.

“Annoverando alcuni tra gli episodi che hanno riguardato negli ultimi anni questa area verde – sottolineano Pettinari e Artese – vogliamo ricordare che il 18 maggio del 2024 la riserva Pineta Dannunziana venne avvolta da imponenti fiamme che hanno ferito a morte non solo l’area in questione, ma la maggior parte dei cittadini. Ancora oggi siamo qui a chiederci se si tratti di un fatto accidentale o meno e i dubbi a tal proposito sono davvero tanti, se razionalmente prendiamo in considerazione che quel triste giorno la pioggia la faceva da padrone su tutta la città”.

Un fatto doloso o colposo, dunque? Vedremo l’evoluzione delle indagini, intanto, si è ancora in attesa della sentenza definitiva legata a un altro triste incendio, quello dell’otto agosto duemilaventuno, che ha distrutto il comparto 5, di riserva integrale, della Pineta.

“Noi siamo convinti che, accanto a incidenti fortuiti purtroppo spesso dietro a tristi episodi ci sia la mano dell’uomo e, proprio per questo, un valido deterrente per i malintenzionati potrebbe essere un’adeguata sorveglianza, oggi purtroppo assente. Scarsa anche la presenza di guardie ecologiche e operai al lavoro nella Pineta, dove l’unica azione svolta molto evidente – continuano a spiegare Pettinari e Artese – è il taglio continuo di alberi, come si evince dalla grande catasta di legno presente all’ingresso sud e i numerosi tronchi di albero tagliati e lasciati sul posto”.

Un percorso “diseducativo” rimarca il candidato Pettinari, secondo il quale la missione di un’area protetta dovrebbe essere quella di educazione ambientale, rispetto alla conservazione dei valori e delle emergenze naturalistiche.

“Una gestione lontana dagli obiettivi della riserva – secondo Pettinari e Artese – che nel loro programma vedono l’aumento della biodiversità, riduzione del consumo di suolo, educazione ambientale, conservazione degli habitat, salvaguardia e rafforzamento degli ecosistemi, studio e ricerca di fauna e flora.

“Manca una gestione scientifica e si vede. E’ inaccettabile che dopo 24 anni questa riserva non abbia ancora la figura del Direttore e neppure il Comitato di Gestione – denunciano – figure e organi tecnico-scientifici previsti dalla Legge quadro sulle aree protette 394/1994”.

Una mancata gestione che richiederà in futuro maggiori capacità (ed economie) per ripristinare o recuperare quegli aspetti naturalistici che si sono e si stanno perdendo.

“Non si può continuare con una gestione accidiosa – secondo Pettinari e Artese – dove le competenze sono solo quelle degli uffici tecnici del Comune deputati alla gestione del verde urbano, già oberati e sopraffatti da quella gestione. La Riserva va restituita ai cittadini, come bene pubblico d’insostituibile e raro valore. Il nostro Programma elettorale guarda alla Riserva come elemento centrale per lo sviluppo sostenibile della città, strettamente collegato a quello sociale ed economico”.

Non a caso, la Pineta si inserisce in quella rete ecologica urbana che attraversa la città, costituita da viali alberati, giardini e parchi comunali, aree cani, orti urbani (da implementare) e tutte quelle aree verdi che, insieme, costituiscono un forte richiamo e collegamento eco-sociale con le aree interne della nostra regione e le coste dell’Adriatico.

Pescara come Milano, come Parigi attraversata da un respiro verde che guarda al futuro e alle innovazioni sostenibili. “Il programma Pettinari ambiente, Pescara città resiliente – spiegano il candidato Sindaco e la candidata consigliere Artese – ha obiettivi ambiziosi, più facili a realizzarsi che a dirsi, come quelli di rendere balneabile il Fiume Pescara, riattivare il vivaio comunale, creare guardie ecologiche, rivedere il regolamento del verde urbano, ristabilire i collegamenti con l’altra sponda del Mare Adriatico, partecipazione pubblica alle scelte del verde urbano, piantare alberi e consumo di suolo pari a zero introducendo“nuovi standard urbanistici prestazionali” come ad esempio 1 nuovo albero, sul lotto o entro 50 m da esso, per ogni nuovo abitante insediabile, oppure considerare 1 albero ogni 100 mc di nuova edificazione/trasformazione edilizia. “In altre parole – concludono fiduciosi Pettinari e Artese – fare rispettare le leggi che già esistono, le buone pratiche e non più le bad practices, quelle che fino ad oggi hanno governato Pescara”.

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