“Oggi è la Giornata mondiale delle persone con la sindrome di Down, e sappiamo come una certa cultura eugenetica insinui la menzogna che la vita di un bambino con la sindrome di Down non vale la pena essere vissuta. Purtroppo la narrazione menzognera a favore dell’aborto che sancisce tale pratica come diritto della donna offusca da moltissimi anni il dibattito pubblico e l’opinione pubblica.
Ne sono un esempio le bugie raccontate durante la puntata del programma Piazza Pulita su LA7 del 29 febbraio e del 7 marzo 2024, e tali bugie possono essere smentite.
Innanzitutto si è sostenuto che la Ru486, ossia il farmaco che provoca l’aborto farmacologico è meno costoso e meno invasivo: è falso! Intanto è un danno per lo Stato sopprimere la vita, in più la donna è costretta ad abortire a casa, nella totale solitudine, con dolori lancinanti ed emorragie perché di fatto c’è un’espulsione del feto e della placenta, molte donne ne hanno dato la terribile testimonianza dopo aver ritrovato il feto in una mano, questo mi chiedo: è meno traumatico?
La circolare del 2020 del Ministero della Salute, e parliamo di una circolare del Ministro Speranza che è stato mandato a casa nel settembre 2022 dopo i disastri che si sono palesati durante la pandemia, sotto indagine e con una commissione parlamentare d’inchiesta che vuole fare luce sulla sia gestione dell’epidemia Covid, prevede che la Ru486 sia somministrata anche in Consultorio: innanzitutto queste strutture, per numero di abitanti sul territorio nazionale sono poche, ed un ginecologo non è presente tutti i giorni presso tali strutture, quindi come si può somministrare un farmaco che produce un aborto farmacologico alla donna senza uno stretto controllo medico visti gli effetti già detti? Siamo sicuri che questa circolare sia a favore e tutela della salute della donna? In Abruzzo proprio per questo motivo abbiamo fatto una contro circolare con la collaborazione dell’assessorato alla Sanità, che chiede e non obbliga, di somministrare la Ru486 preferibilmente in ambito ospedaliero e se questa circolare è stata applicata nei consultori abruzzesi significa che i ginecologi, che come tutti i medici rispettano il Giuramento di Ippocrate, non risultano essere a favore della circolare di Speranza; nella trasmissione si dice che bisogna “sposare di più la normativa per facilitare l’aborto”, cosa che in Abruzzo non avviene secondo quanto viene detto, ma la legge 194, ricordiamo, ha come titolo ‘Norme per la tutela sociale della maternità’.
Secondo la trasmissione di LA7, la Ru486 in Francia viene distribuita in farmacia poiché è un farmaco ‘banale’ quindi sopprimere una vita umana con questo farmaco sarebbe ‘banale’; la pratica dell’aborto non viene scoraggiata e la giornalista Sara Giudice viene sconfessata dai dati pubblicati, giorni fa, fa dal Ministro Roccella, i quali evidenziano che non c’è un’influenza politica, nelle regioni guidate dal centrodestra ci sono più IVG che consultori (ahimè n.d.r.).
Sui finanziamenti a pioggia alle associazioni Pro-vita: secondo quanto evidenziato nel corso della puntata è inconcepibile finanziare associazioni a favore della vita, come se l’interruzione di una gravidanza non sopprimesse una vita. Anche Papa Francesco, fino a pochi giorni fa, ha ribadito che sopprimere una vita non è un diritto, riferendosi al diritto all’aborto introdotto recentemente dalla Costituzione francese.
La Giudice ci accusa di ‘narrazione tossica’ perché ribadiamo che l’embrione è un bambino; mi chiedo: ma la Giudice ha mai visto l’ecografia di un aborto, nel momento in cui il feto si dimena con tutte le sue forze e la forcella stacca le parti del suo corpicino? Ma come si fa a dire che quello non è essere umano? Il giornalista Dragoni de La Verità, che ringrazio, dice che: “la legge 194 non ha sancito il diritto all’aborto ma disciplina la pratica dell’interruzione di gravidanza perché prima di tale legge l’aborto era un reato in quanto si sopprimeva una vita umana nella pancia della mamma; per fare ciò è necessario un medico.”
La legge 194, nel 1978, è passata con 12 voti di scarto, nessun astenuto: si tratta di una legge che ha soppresso 6 milioni di bambini, in una nazione che oggi soffre di denatalità. Non è solo un problema morale, etico e religioso, ma anche economico non risolvibile con l’immigrazione incontrollata. I dati statistici dicono che in Italia nascono più femminucce che maschietti, quindi questi esserini soppressi per lo più sono di sesso femminile: dunque la prima causa di femminicidio in Italia è l’aborto, non il patriarcato, l’applicazione femminista di questa legge non tiene conto della voce dei padri che da quarant’anni subiscono, muti, la perdita di figli senza poter obiettare, cosa non giusta e coerente; ci sono tanti padri che fuggono lasciando sole donne in dolce attesa, ma ci sono anche tanti padri che si occuperebbero dei propri figli.
Formigli continua dicendo che in Abruzzo è difficile abortire ma viene smentito da dati ministeriali e dalla mia diretta testimonianza perché nell’IVG di Penne (PE) si effettua una media di 18/20 aborti a settimana: prima era un fiore all’occhiello come punto nascita, oggi è un punto morte. In Abruzzo dal 1989 ad oggi, sono stati soppressi con la pratica della 194 più di 89mila bambini: ed ora soffriamo lo spopolamento dei centri montani, la denatalità, l’immigrazione di abruzzesi che fuggono e fanno famiglia fuori.
Sempre durante la trasmissione, la giornalista critica la settimana di ripensamento prevista dalla legge (a questo punto se è a favore o contro la legge non si capisce): secondo lei il principio di autodeterminazione della donna passa dal fatto che dal momento in cui scopre di essere incinta, se la gravidanza è indesiderata, deve avere possibilità immediata di abortire altrimenti se c’è una legge che prevede un principio di riflessione è violenza. È falso: la violenza è non rendere consapevole la donna di quello che sta facendo ed è una ferita che si porterà dietro per tutta la vita. E spesso il senso di colpa riaffiora anche nell’età adulta”.