Al PalaRigopiano, contro l’Academy Pescara (fischio d’inizio domani, ore 15), la Tombesi vuole reagire dopo un periodo difficile. Alessio Tombesi: «Dobbiamo ritrovare lo spirito e la forza che avevamo fino a qualche settimana fa. Partita difficile, servirà la vera Tombesi»
Ortona. Dopo il deludente pareggio contro il Castel Fontana, che segue la sconfitta sul campo dell’Eur Roma e l’eliminazione dalla Coppa Italia, la Tombesi è chiamata a reagire a quello che è certamente il momento più difficile della sua stagione. L’Academy Pescara, viceversa, è reduce da un periodo in cui ha dimostrato ancora una volta, grazie ai suoi campioni, di essere un osso durissimo per tutti, con il pareggio ottenuto contro gli Hornets e la vittoria in trasferta sul campo dell’Eur. Ci saranno assenti da entrambe le parti, con gli squalificati Scarinci, per i gialloverdi, e Baiocchi e Liviero per i biancazzurri, più il lungodegente Calderolli. Nei due precedenti stagionali, tra campionato e coppa, la Tombesi ha ottenuto due nette vittorie, ma la statistica favorevole non tranquillizza affatto il presidente Alessio Tombesi:
«Assolutamente no, anzi mi preoccupa, perché per la legge dei grandi numeri non è facile battere un avversario tre volte su tre in una singola stagione. Ovviamente noi dobbiamo provarci, ma per farlo occorrerà ritrovare la Tombesi migliore. Di fronte avremo un avversario che si è dimostrato più forte degli infortuni e dei giocatori che hanno lasciato, e che sicuramente saprà fare a meno anche degli squalificati. Noi veniamo da una prestazione, quella con il Castel Fontana, francamente sconcertante: abbiamo giocato malissimo e, se avessimo perso, non sarebbe stato uno scandalo. Al di là del fatto se il nostro ricorso verrà accolto, e se quindi in caso positivo recupereremo i due punti, resta la prestazione pessima e la brutta figura che abbiamo fatto. Voglio rivedere in campo, da parte di tutti, lo spirito e la forza che ha contraddistinto la Tombesi nella prima fase del campionato e che ci aveva portati fino al primo posto solitario. Come ho detto tante volte, essere primi era un miracolo sportivo, perché sono cosciente del fatto che abbiamo una rosa quantitativamente molto inferiore rispetto a quella delle altre squadre di vertice, ed è quindi normale se qualcuno adesso magari avverte un po’ di stanchezza. Non siamo obbligati a vincere il campionato né a salire di categoria, ma se siamo lì, e se vogliamo provarci, dobbiamo dare tutti il 110 per cento e tornare a lottare su ogni pallone, con fame e con la giusta cattiveria. È quello che mi aspetto di vedere in campo domani: voglio rivedere la mia Tombesi».