L’Aquila. “L’appello delle forze sindacali in merito alle scarse condizioni di sicurezza sul lavoro non può rimanere inascoltato. Quanto accaduto ad Atessa è l’ennesimo triste episodio che ha motivato un grido d’aiuto che intendo accogliere senza remore. La politica, infatti, può e deve fare la sua parte, non solo nell’accogliere questo appello, ma nell’attuare una serie di interventi efficaci volti a prevenire, prima di tutto, e poi a rendere stringenti i controlli, al fine di individuare chi disattende norme e indicazioni che garantiscano una vita dignitosa e sicura delle cittadine e dei cittadini abruzzesi sul posto di lavoro” ad affermarlo è Luciano D’Amico, Candidato alla Presidenza di Regione Abruzzo, accogliendo l’appello sindacale sull’aumento dei controlli da parte delle Asl e delle modifiche all’apparato normativo sulla Sicurezza nei posti di lavoro, scaturito dall’ennesimo triste incidente mortale di un operaio abruzzese.
“L’Abruzzo – continua D’Amico – registra un aumento degli infortuni mortali sul lavoro, e si posiziona tra i primi posti in Italia con una incidenza del 26,9%, almeno a quanto riferiscono i dati INAIL del primo semestre del 2023. Un triste primato che le lavoratrici e i lavoratori della nostra regione hanno pagato con un costo altissimo, quello della loro stessa vita, e che non si può più tollerare. Siamo davanti a un aumento costante di incidenti che ha portato una progressiva crescita degli infortuni mortali dal 2020 fino a oggi. Per togliere l’Abruzzo da questo primato negativo è necessario migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. C’è la necessità di agire su più fronti, intensificando la collaborazione tra le istituzioni e investire in risorse umane, finanziarie e tecnologiche, per rafforzare assistenza, vigilanza e controllo. Il lavoro deve essere un lavoro di qualità, stabile, adeguatamente remunerato e tutelato. Per agevolare questo cambio culturale è necessario contrastare il lavoro irregolare, sia di natura subordinata che autonoma; la precarietà; le pratiche di appalto elusive della normativa, nonché l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti e nei subappalti, a partire da quelli pubblici. C’è la necessità di promuovere alti standard di sicurezza, in particolare nei settori maggiormente a rischio, agendo sulle cause che determinano gli infortuni e che troppo spesso risiedono nell’inappropriatezza di misure tecniche, organizzative e procedurali. Non è accettabile che solo dopo due settimane di inizio del nuovo anno già si registri in Abruzzo la morte sul posto di lavoro di un uomo, che aveva ancora una vita davanti e che lascia i suoi cari nel dolore più assoluto. Il rispetto per questa vita, e di tutte le altre che sono finite troppo presto in simili condizioni, ci porta a sostenere lo sciopero annunciato dalle sigle sindacali e a rinforzare le rivendicazioni di chi con abnegazione e professionalità permette alla nostra regione di andare avanti ogni giorno” conclude.